Psicologia della salute
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La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?

La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?
La procreazione medicalmente assistita non è riuscita: e adesso?logo-unobravo
Ana Vazic
Ana Vazic
Redazione
Psicologa ad orientamento Cognitivo-Comportamentale
Unobravo
Articolo revisionato dalla nostra redazione clinica
Pubblicato il
22.6.2023

Sara e Ivan avevano una vita piena, resa felice da amici, da un lavoro soddisfacente, da hobby e piani per il loro futuro comune, il più importante dei quali era la nascita di un figlio. 

Non appena hanno ricevuto la diagnosi di infertilità, il pensiero di avere un bambino ha rapidamente occupato quasi tutti i loro pensieri. Riuscire ad avere un figlio è una strada spesso lunga, carica di emozioni, speranze e, a volte, anche cadute rovinose.

Quando Sara e Ivan hanno iniziato le terapie per l'infertilità, trovavano sulle riviste specializzate o su internet storie di persone che avevano attraversato la stessa esperienza, che si concludeva regolarmente con un successo. 

Purtroppo, nel loro caso, dopo dieci anni di cure e terapie, l’arrivo di un figlio e il lieto fine tanto desiderato non sono stati possibili, e tutte queste storie felicemente concluse hanno smesso di infondere speranza, ma solo un crescente dolore. 

PMA e infertilità
Thirdman - Pexels

Arrendersi o proseguire? Cosa fa più male?

Chiunque sia passato dalla procedura PMA sa che si tratta di un lungo processo che consuma tempo, denaro, suscita forti emozioni e mette alla prova le relazioni, influenzando tanti aspetti della vita. Prima che la scienza raggiungesse l'attuale grado di sviluppo, l'infertilità era un mistero che non poteva che essere accettato poiché ben poco si poteva fare per combatterla. 

La coppia doveva affrontare il fatto di non poter avere figli e, dopo un periodo più o meno lungo di dolore, cercare rassegnazione e accettazione. Oggi invece, dopo ogni sconfitta esiste ancora una speranza, ancora un trattamento, ancora una clinica o ancora un metodo alternativo che non è stato provato. 

Per questo è oggi infinitamente più difficile accettare l’infertilità di coppia come una diagnosi definitiva e continuare la propria vita. La coppia ha una responsabilità che un tempo non esisteva: decidere quando è il momento di smettere con altri tentativi

La terapia di coppia può aiutare te e il partner a riacquistare serenità.

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Come accettare l’infertilità e proseguire la propria vita? 

Sara e Ivan conoscono una coppia che ha iniziato la cura dell'infertilità e, ascoltando la loro testimonianza, hanno compreso quanto sia importante porsi un limite, per cui hanno deciso insieme di stabilire i propri. Nel loro caso, ne hanno fissato sia uno emozionale che finanziario per:

  • diminuire il rischio possibili crisi di coppia o di altri problemi come la depressione reattiva
  • evitare di arrivare al punto di dover investire tutto il loro denaro per continuare le terapie.

È importante sottolineare che il caso di Sara e Ivan che stiamo raccontando, per quanto importante, resta un esempio fra i tanti possibili: la decisione di fissare dei limiti è soggettiva e personale e può variare molto di coppia in coppia.

Il supporto di un esperto

Il primo passo per affrontare un tema così delicato è parlarne con il partner cercando un confronto sincero e che accolga il sentire di entrambi. A volte, però, non è semplice mantenere un dialogo sereno e instaurare una proficua comunicazione di coppia

Un aiuto per curare questo aspetto della vita di coppia può senza dubbio arrivare da uno psicologo e psicoterapeuta, con il quale svolgere un percorso di terapia di coppia

Ancora più utile può essere iniziare questo percorso prima ancora del primo ciclo di PMA, quando si è al vertice della forza fisica ed emotiva: la decisione potrà essere ancora più consapevole. Ma torniamo all’esperienza di Sara e Ivan.

essere una coppia senza figli
Jasmine - Carter - Pexels

La coppia e la genitorialità: una scelta difficile

Dopo il primo ciclo di ICSI (IntraCytoplasmic Sperm Injection) Sara e Ivan hanno parlato apertamente delle loro emozioni per ricordarsi a vicenda i motivi che li hanno spinti a stare insieme e cosa vuol dire essere una coppia per loro. 

Una delle cose più importanti, si sono detti, è avere bambini, ma non è l'unica. Si sono resi conto delle molte cose che amano l'uno nell'altro: dall’attrazione reciproca alle passioni in comune, passando per tutti i progetti di coppia che hanno realizzato e vogliono ancora realizzare. 

Hanno fatto ben cinque tentativi di ICSI e, dopo ogni volta, hanno parlato per decidere se e come continuare, se hanno superato i limiti che loro stessi si erano posti e se rimetterli in discussione.

Dopo l'ultimo tentativo, Ivan sentiva di aver raggiunto il proprio limite, mentre Sara era fortemente motivata a proseguire. Hanno deciso di prendersi una pausa per passare più tempo possibile insieme facendo le cose che hanno sempre amato. 

Dopo alcuni mesi e un consulto medico in cui lo specialista ha prospettato le probabilità (minori della volta precedente, ma non del tutto inesistenti) Sara e Ivan hanno deciso di fermarsi. Senza dubbio una delle decisioni più difficili di tutta la loro vita. 

viaggio di coppia
Porapak Apichodilok - Pexels

Si sono rivolti a un professionista della salute mentale svolgendo un percorso di psicoterapia online perché li aiutasse a elaborare l’esperienza e, passato il periodo peggiore della crisi, hanno deciso di concentrare le loro energie facendo un viaggio in India. 

Si sono anche promessi che, tornati dal viaggio, avrebbero deciso se per loro aveva significato iniziare la procedura di adozione.

Ci sono coppie che decidono di continuare con l'adozione, altre preferiscono concentrarsi sulla carriera, altre ancora dedicano ogni risorsa al proprio rapporto di coppia a quello con amici e famiglia. Alcuni, purtroppo, non resistono e si separano. 

Il difficile cammino nella cura dell'infertilità non ha purtroppo sempre il successo assicurato, e questo può portare la relazione a vivere momenti difficili: è però l'occasione di guardarsi dentro e diventare la migliore versione possibile di voi stessi. 

Questo è un contenuto divulgativo e non sostituisce la diagnosi di un professionista.
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